René Descartes, o Cartesio, è considerato il padre del razionalismo moderno e uno dei più importanti filosofi e matematici del Seicento. La sua opera ha segnato una svolta nel pensiero occidentale, ponendo le basi del metodo scientifico e della filosofia moderna.
IL RAZIONALISMO E LA RICERCA DELLA CONOSCENZA
Il razionalismo è una corrente filosofica che sostiene che la ragione sia lo strumento principale per conoscere la realtà, in quanto il mondo è governato da principi intelligibili e matematicamente esprimibili. Cartesio, insieme a Spinoza e Leibniz, è uno dei principali esponenti di questa corrente. Tuttavia, a differenza di alcuni empiristi come Locke o Hume, che danno maggiore peso all’esperienza sensibile, Cartesio ritiene che la conoscenza vera debba basarsi su principi chiari e distinti, accessibili alla sola ragione.IL DISCORSO SUL METODO
L’opera più celebre di Cartesio è il Discorso sul Metodo (1637), in cui espone il suo sistema per giungere a conoscenze certe e valide in ogni ambito del sapere. Egli paragona il sapere a una casa che è stata costruita su fondamenta instabili e che quindi deve essere demolita per essere ricostruita su basi più solide. Per questo propone un metodo universale, ispirato alla matematica, che si basa su quattro regole fondamentali:- L'evidenza: accettare solo ciò che appare chiaro e distinto alla ragione, evitando ogni forma di pregiudizio. Cartesio sostiene che l'evidenza si basa su chiarezza e distinzione: risulta evidente tutto ciò che risulta talmente chiaro e distinto da impedire ogni dubbio.
- L'analisi: scomporre ogni problema nei suoi elementi più semplici, per comprenderlo meglio. La scomposizione favorisce l'evidenza, poichè se si prende in considerazione un problema troppo grande, si rischia di perdere l'evidenza.
- La sintesi: ricomporre il problema partendo dalle conoscenze più semplici per giungere a quelle più complesse. Si deve cercare infatti sulla base della causalità il nesso che giustifica la conoscenza più semplice.
- La revisione e l'enumerazione: controllare ogni passaggio per evitare errori.
COGITO E IL SOLIPSISMO
Cartesio, attraverso il dubbio metodico, arriva alla certezza del Cogito, ergo sum (Penso, dunque sono). Anche se tutto ciò che percepisce potrebbe essere un inganno, il fatto stesso di dubitare implica che esista un soggetto pensante. Questa è la prima verità assoluta e indubitabile da cui parte la sua filosofia.Tuttavia, questa certezza si riferisce solo al soggetto pensante (res cogitans), mentre la realtà esterna, compreso il proprio corpo (res extensa), può ancora essere messa in dubbio. Questo porta a una posizione di solipsismo temporaneo, poiché in questa fase Cartesio ha certezza solo della propria esistenza come essere pensante, ma non del mondo esterno.
Cartesio si richiama quindi alla prova ontologica di Sant’Anselmo, secondo cui l’idea di un essere perfettissimo implica necessariamente la sua esistenza: se Dio è perfetto, non può mancare dell’attributo dell’esistenza, perché l'esistenza è una perfezione.
Per Cartesio, il fatto che l'uomo, essere finito, possa concepire l'infinito è la dimostrazione che tale idea non può essere stata creata dal soggetto, ma deve provenire da Dio stesso. Inoltre, Dio, essendo perfetto, non può essere ingannatore. Questo è un passaggio cruciale perché permette a Cartesio di riconfermare la validità della conoscenza umana: se Dio esiste ed è buono, allora il mondo esterno esiste e il metodo cartesiano è valido.
Dio è dunque quidditas, concetto ereditato dalla scolastica medievale, si riferisce all’essenza di una cosa, ciò che la definisce (quid est = che cos'è). Nel pensiero di Cartesio, la coincidenza tra essenza ed esistenza si verifica solo in Dio: Dio è un essere la cui essenza è l’esistenza stessa. Questo lo differenzia dagli enti finiti (come l’uomo), nei quali esistenza ed essenza sono distinte.
Dio, quindi, funge da garanzia metafisica: poiché è il creatore del mondo e non può ingannarci, possiamo avere fiducia nella realtà esterna e nelle conoscenze fondate su idee chiare e distinte.
Cartesio distingue tre tipi di idee in base alla loro origine:
- Avventizie – Derivano dall’esperienza sensibile (es. il rumore del vento, il calore del sole).
- Fattizie – Costruite dalla mente combinando altre idee (es. un centauro, un mostro immaginario).
- Innate – Non derivano dall’esperienza, ma sono presenti nella mente fin dall’inizio (es. l’idea di Dio, di perfezione, di infinito, di causa).
MATERIA, MOVIMENTO E LA CRITICA DI PASCAL
Cartesio concepisce la materia come qualcosa di esteso e in movimento, ma priva di pensiero (res extensa). Tutti i corpi materiali, inclusi gli animali, si muovono secondo leggi meccaniche e sono paragonabili ad automi, cioè a macchine complesse prive di un’anima razionale.Il movimento, per Cartesio, è stato inizialmente impresso da Dio e si conserva nel tempo secondo il principio di inerzia. Tuttavia, Blaise Pascal lo critica su questo punto: se il movimento iniziale è stato dato da Dio, perché continua a esistere? Per Pascal, la spiegazione di Cartesio non è sufficiente.
LE TRE REGOLE DELLA MORALE
Nel Discorso sul Metodo, Cartesio elabora infine una morale provvisoria, che serve per orientarsi nella vita mentre cerca certezze filosofiche più solide. Le tre regole sono:- Seguire le leggi e i costumi del proprio paese – Cartesio consiglia di adattarsi agli usi del luogo in cui si vive o si viaggia, evitando di contrapporsi inutilmente alle tradizioni locali.
- Essere decisi nelle proprie azioni – Una volta presa una decisione, bisogna portarla avanti con determinazione, senza farsi paralizzare dai dubbi. Nella sfera pratica, l’incertezza può impedire di agire efficacemente.
- Vincere se stessi piuttosto che il destino – Non bisogna pretendere che le cose vadano sempre come si desidera; è più saggio modificare il proprio atteggiamento piuttosto che cercare di cambiare la realtà esterna.