Il neoplatonismo rinascimentale è un movimento filosofico e culturale sviluppatosi soprattutto in Italia, con
epicentro a Firenze, tra il XV e il XVI secolo. Questa corrente si ispira alla tradizione platonica e, in
particolare, all’interpretazione che ne diede Plotino, il principale esponente del Neoplatonismo antico.
Il suo pensiero si caratterizza per una visione monista dell’essere, secondo la quale tutto deriva da un
principio unico e supremo: l’Uno.
Nel Rinascimento, il neoplatonismo si configura come una sintesi tra filosofia, religione e misticismo, e
diventa un elemento centrale nel rinnovamento culturale dell’epoca, in dialogo con il cristianesimo.
Tra i suoi maggiori rappresentanti troviamo Niccolò Cusano, Pico della Mirandola e Marsilio Ficino, ognuno
dei quali ha sviluppato il pensiero neoplatonico in maniera originale.
PICO DELLA MIRANDOLA
Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494) è noto soprattutto per la sua Oratio de hominis dignitate (1486), considerata il Manifesto dell’Umanesimo. In questa opera, Pico esprime un’idea rivoluzionaria per il suo tempo: l’uomo è dotato di una dignità unica, superiore a tutti gli altri esseri, perché ha il libero arbitrio e la capacità di autodeterminarsi.A differenza delle concezioni medievali che vedevano l’uomo inserito rigidamente in un ordine gerarchico cosmico, Pico afferma che l’uomo può ascendere verso Dio o degradarsi alla condizione animale, a seconda delle sue scelte morali e intellettuali. Questa idea si collega alla rilettura del mito di Zeus nel Protagora di Platone, reinterpretato come la concessione del libero arbitrio da parte di Dio.
Un aspetto importante del pensiero di Pico è il suo tentativo di conciliare le tre grandi religioni monoteiste (Cristianesimo, Ebraismo e Islam). Egli aveva infatti organizzato un grande convegno a Roma per mettere in dialogo i teologi delle tre fedi, ma l’evento fu impedito da Papa Innocenzo III, che lo considerava pericoloso per l’ortodossia cristiana. Tuttavia, il suo messaggio di tolleranza e sincretismo religioso rimane uno degli elementi chiave del neoplatonismo rinascimentale.
MARSILIO FICINO
Marsilio Ficino (1433-1499) è stato il principale artefice della diffusione del neoplatonismo nel Rinascimento. Grazie al sostegno della famiglia Medici, fondò l’Accademia Platonica di Firenze, un centro di studi filosofici che mirava a riscoprire e reinterpretare Platone e i neoplatonici antichi, in particolare Plotino.Ficino tradusse in latino l’intera opera di Platone e molti testi neoplatonici, rendendoli accessibili agli ù intellettuali del tempo. Il suo pensiero è caratterizzato dall’idea che l’anima umana sia un intermediario tra il mondo sensibile e quello celeste. L’anima, secondo Ficino, è dotata di una tensione naturale verso Dio, e attraverso la conoscenza e la contemplazione può riunirsi al divino.
Uno dei concetti fondamentali del suo neoplatonismo è la scala dell’essere, una struttura gerarchica in cui tutti gli esseri partecipano, ma con diversi livelli di perfezione. Dio occupa il vertice della scala, mentre l’uomo si trova in una posizione intermedia: a differenza degli animali, possiede la ragione e la libertà di scelta, il che gli permette di elevarsi spiritualmente o, al contrario, di regredire verso la materialità.
Ficino introduce anche il concetto di "Amore platonico", che nel Rinascimento assume una valenza spirituale: l’amore non è solo un desiderio sensuale, ma una forza che guida l’anima verso la perfezione e l’unione con il divino.
NICCOLÒ CUSANO
Niccolò Cusano (1401-1464) è considerato il più importante esponente filosofico del neoplatonismo rinascimentale. Sebbene fosse un vescovo e quindi appartenesse alla tradizione religiosa cristiana, il suo pensiero si distacca dalla scolastica medievale e introduce una prospettiva completamente nuova sulla conoscenza e sul rapporto tra uomo e Dio.L'Inconoscibilità di Dio e la "Doppia Ignoranza"
A differenza degli scolastici, che credevano nella possibilità di raggiungere una conoscenza razionale di Dio, Cusano sostiene che tra l’uomo e Dio esiste una sproporzione assoluta. Questa distanza genera una ricerca infinita che non può mai trovare una conclusione definitiva.L’uomo, dunque, non può mai arrivare a una comprensione esaustiva di Dio, poiché la sua mente finita non è in grado di afferrare l’infinito. Questo atteggiamento gnoseologico viene definito da Cusano "doppia ignoranza":
- L’uomo è consapevole di non poter mai comprendere pienamente Dio.
- Tuttavia, continua a cercarlo in un percorso di conoscenza ininterrotta, basata su approssimazioni e congetture.
Cusano sviluppa una visione mistica, secondo cui tutto si fonde in un’unità assoluta. Questo implica che l’uomo può avvicinarsi a Dio solo in modo indiretto, attraverso simboli, congetture e approssimazioni, mai con una conoscenza pienamente oggettiva.
Complicatio ed Explicatio: Dio come Totalità
Concetto centrale della filosofia di Cusano è la distinzione tra complicatio ed explicatio mundi:- Complicatio: Dio contiene tutte le cose in sé in modo unitario e indistinto. È il principio assoluto da cui tutto deriva.
- Explicatio: La realtà si manifesta attraverso la differenziazione e la molteplicità degli esseri.
La Coincidenza degli Opposti: Matematica e Teologia
Un altro principio fondamentale del pensiero cusano è la coincidentia oppositorum, ovvero la coincidenza degli opposti in Dio. Questo concetto si ispira alla geometria e alla matematica:- Ad esempio, nel cerchio il raggio e la circonferenza sembrano opposti, ma in Dio si fondono in un'unità perfetta.
- La sfera, man mano che si restringe, si avvicina sempre più al punto, fino a diventare il punto stesso in un limite assoluto.
In questo modo, Cusano ribalta la concezione aristotelica della realtà, introducendo un pensiero dinamico e paradossale, tipico della filosofia mistica.
La Visione Scientifica: Universo Infinito e Principio di Inerzia
Sul piano scientifico, Cusano anticipa alcune idee moderne, in particolare nel campo dell’astronomia e della fisica:- L'Universo come realtà uniforme: Aristotele aveva distinto tra due sfere cosmiche: la sfera celeste, perfetta e incorruttibile, ed il mondo terrestre, imperfetto e mutevole. Cusano supera questa distinzione, affermando che Dio è tutto, e quindi non esiste una differenza qualitativa tra mondo celeste e terrestre.
- Il Principio di Inerzia: Cusano sostiene che un corpo mantiene il suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme se non interviene una forza esterna a modificarlo. Questo principio sarà poi ripreso da Galileo e da Newton nella formulazione della legge di inerzia.
L’Individuazione e il Rapporto con Dio
A differenza di alcuni mistici che parlano della fusione totale dell’anima in Dio, Cusano non supera mai il principio di individuazione. Ogni uomo mantiene la propria identità e incontra Dio in modo unico e irripetibile. Il rapporto con il divino avviene nella dimensione intellettuale, attraverso la riflessione e la ricerca continua. Questa visione è profondamente umanistica, perché riconosce la dignità del singolo individuo e la sua libertà di pensiero.