 
        
                Lo scetticismo è una corrente filosofica che non costituisce
                una vera e propria scuola, ma un'approccio generale che si sviluppa
                nell'antica Grecia nel III secolo a.C. e che si propone di
                mettere in discussione le certezze e le verità assolute.  
                Il termine "scetticismo" deriva dal greco "skepsis" (σκέψις), che significa ricerca. Tuttavia, 
                questa ricerca non ha una meta definitiva: ogni tentativo di giungere a una conclusione viene messo in discussione, 
                e ogni certezza viene ritenuta impossibile.
                
L'ATTEGGIAMENTO SCETTICO: EPOCHÈ, ATARASSIA E AFASIA
Gli scettici sviluppano un atteggiamento di sospensione del giudizio, noto come epoché, che consiste nel non prendere posizione su alcuna questione filosofica o pratica. Il motivo è che per ogni argomento si possono trovare ragioni valide sia a favore che contro, senza mai giungere a una verità assoluta.Da questa sospensione del giudizio deriva lo stato di atarassia, ovvero la totale assenza di turbamento. Il saggio scettico evita di affannarsi nella ricerca di certezze impossibili e raggiunge una condizione di serenità interiore.
Altro tratto distintivo dello scetticismo è anche l’afasia (ἀφασία), ovvero il rifiuto di formulare affermazioni definitive. Gli scettici ritengono che il linguaggio tenda a definire concetti universali, portando inevitabilmente al dogmatismo. Per questo motivo, il vero saggio scettico evita di esprimere giudizi definitivi e preferisce il silenzio o l’uso di formule dubitative.
PRINCIPALI ESPONENTI
Pirrone di Elide (365-275 a.C.)
Considerato il fondatore dello scetticismo, Pirrone sosteneva che la realtà è inconoscibile e che l’unico atteggiamento saggio è quello di sospendere ogni giudizio. Secondo lui:- Non possiamo sapere se una cosa sia buona o cattiva, vera o falsa.
- Ogni opinione è relativa e può essere confutata.
- La sospensione del giudizio porta alla tranquillità dell’anima (atarassia).
Sesto Empirico (II-III secolo d.C.)
Uno degli scettici più influenti dell’epoca romana, Sesto Empirico raccolse e sistematizzò il pensiero scettico nei suoi scritti, tra cui Schizzi pirroniani. Egli distingue lo scetticismo da altre filosofie con un approccio metodico:- I dogmatici (come Platone e Aristotele) affermano di possedere la verità.
- I sofisti e gli scettici radicali negano l’esistenza della verità.
- Gli scettici autentici non affermano né negano nulla, sospendono il giudizio e continuano a ricercare.
LE CRITICHE DEGLI SCETTICI
- Critica al Dogmatismo: Qualsiasi filosofia che afferma di possedere una verità universale è considerata errata, perché l’uomo non ha gli strumenti per conoscere il reale con certezza.
- Critica alla Logica: Gli scettici mettono in dubbio i principi logici stessi, affermando che ogni ragionamento può essere confutato da un altro ugualmente valido.
- Critica all'Etica: Poiché non esistono valori morali oggettivi e assoluti, ogni codice etico è solo una costruzione soggettiva.
- Critica alla Scienza: Anche la scienza, basata su esperienze sensibili e ipotesi teoriche, non può fornire certezze assolute, perché le percezioni variano da individuo a individuo e possono ingannare.
LO SCETTICISMO COME FILOSOFIA DEL DUBBIO
Lo scetticismo è un atteggiamento critico verso ogni forma di conoscenza. L'obiettivo non è negare tutto, ma mostrare che ogni verità può essere messa in discussione. In questo senso, lo scetticismo ha avuto un impatto duraturo sulla filosofia, influenzando correnti moderne come il relativismo e il pensiero critico. Oggi, il metodo scettico è ancora utilizzato nella scienza e nella filosofia per mettere in discussione le certezze assolute e promuovere il pensiero razionale.